TRE COLORI - FILM BIANCO

Il secondo dei tre film dedicati ai colori. Si tratta del meno sofisticato e più vicino allo spirito del Decalogo. Il film è stato premiato al Festival di Berlino.
TRE COLORI - FILM BIANCO
Data:
09/10/2023; 10/10/2023
Orario:
19:00
Rassegna:
Il cinema ritrovato
Regia:

Krzysztof Kieslowski

Anno:
1994
Origine:

Francia, Svizzera, Polonia

Durata:
91'
Fasce di pubblico:
Adulti

Orari di programmazione:

lunedì 9 ottobre ore 19 (vo. sott. ita.);

martedì 10 ottore ore 21 (vo. sott. ita.).

Karol Karol, polacco sposato con la francese Dominique, viene portato in Tribunale dalla consorte per una causa di divorzio. Motivazione: il matrimonio non è stato consumato. Con la carta di credito bloccata e con la valigia dallo scarso contenuto si ritrova in strada. Qui viene raggiunto da un individuo che gli propone di farlo rimpatriare clandestinamente se ucciderà un uomo che non vuole più vivere ma non ha il coraggio di suicidarsi...Secondo capitolo della trilogia dedicata alla bandiera francese.

Cast e Credits

con Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr, Aleksander Bardini

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

Secondo capitolo, dopo il precedente Film blu, della "trilogia dei colori" del regista polacco Krzysztof Kieslowski, Film bianco prende spunto dal colore di mezzo della bandiera per analizzare un altro dei tre principii della Rivoluzione Francese: l'Uguaglianza. Premiato con l'Orso d'Argento per la miglior regia al Festival di Berlino del 1994, Film bianco, sceneggiato da Kieslowski con Krzysztof Piesiewicz, è ambientato tra la Francia e la Polonia, e si contraddistingue per il suo particolare registro stilistico; infatti, mentre gli altri due episodi dei Tre colori sono caratterizzati dal tono cupo e drammatico, in questa pellicola invece Kieslowski attinge anche alla cifra del grottesco, del surreale e della commedia nera, sebbene la trama mantenga sempre un sostrato di inesorabile crudeltà [...].

Recensione di Stefano Lo Verme