FANTASTIC MACHINE

La storia e il futuro delle immagini in un'opera che pone domande e rivendica maggiore consapevolezza.
FANTASTIC MACHINE
Data:
14/05/2024; 21/05/2024
Orario:
21:00
Rassegna:
Gli invisibili
Regia:

Axel Danielson, Maximilien Van Aertryck

Anno:
2023
Origine:

Danimarca, Svezia

Durata:
85'
Fasce di pubblico:
Adulti, Ragazzi

Orari di programmazione:

martedì 14 maggio ore 21;

martedì 21 maggio ore 21

Cosa accade in un tempo in cui le immagini si scambiano alla velocità della luce e in cui si parla di fake news a proposito e a sproposito (vedasi le riprese girate a Capitol Hill al momento dell’irruzione dei sostenitori di Trump)? Come ci relazioniamo ad esse? Siamo consapevoli che basta allargare o stringere un’inquadratura per modificare totalmente la percezione di un accadimento da parte di chi guarda? Il lavoro di Danielson e Van Aertryck, grazie al fatto che, specie nella seconda parte, si avvale di una miriade di riprese e di siti su cui i nativi digitali sono assolutamente competenti, andrebbe mostrato in tutte le scuole superiori. Anzi, prima dovrebbero essere i docenti a vederlo per prendere ulteriore coscienza del fatto che la scuola mentre insegna a scrivere, leggere e decodificare gli scritti altrui, ben poco ancora fa per favorire la decodificazione del linguaggio dominante che tutti accomuna: quello delle immagini.

Cast e Credits

con Elio Germano e Chris Anderson

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì.

Critica

Un'antologia di immagini che ci ricorda quanto realtà, sua rappresentazione e sua distorsione siano sempre più difficili da distinguere.

Il titolo abbisogna di una spiegazione preliminare. Georges Méliès, impossibilitato a causa del rumore prodotto dalle cineprese, a riprendere l'incoronazione di Edoardo VII d'Inghilterra nel 1902, la girò in studio avvalendosi di attori. Quando il re vide il film esclamò: "Che fantastica macchina è questa che può mostrare anche ciò che non è avvenuto", riferendosi a situazioni che non avevano avuto luogo nel corso della cerimonia.

In questo documentario, che mostra nelle scene d'apertura la prima immagine riprodotta su una lastra fotografica nel 1839, si compie un percorso di quasi 200 anni per mostrare quanto l'immagine, fissa o in movimento, abbia progressivamente occupato un posto predominante nella società. Ci viene giustamente ricordato che l'attribuzione ai Lumière dell'invenzione del cinema è legata al balzo in avanti che essi fecero compiere a questa forma di comunicazione. Fino ad allora la visione poteva esserci ma era dell'individuo singolo. Con i due fratelli francesi diviene collettiva.

Ed oggi, si chiedono i due registi? Cosa accade in un tempo in cui le immagini si scambiano alla velocità della luce e in cui si parla di fake news a proposito e a sproposito (vedasi le riprese girate a Capitol Hill al momento dell'irruzione dei sostenitori di Trump)? Come ci relazioniamo ad esse? Siamo consapevoli che basta allargare o stringere un'inquadratura per modificare totalmente la percezione di un accadimento da parte di chi guarda?