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La Notte Europea dei Musei sta per tornare: sabato 13 maggio centinaia di musei apriranno le loro porte ai visitatori con l’obiettivo di valorizzare l’arte e la cultura di ogni nazione del vecchio continente. Partecipano all’evento anche i Musei Civici di Reggio Emilia che propongono una serata con apertura straordinaria e una serie di iniziative al Palazzo dei Musei, aperto con orario continuato fino alle ore 01.00 del giorno successivo. L’evento è ad ingresso gratuito.

Anche quest’anno a Reggio Emilia si è scelto di declinare il tema ICOM della Giornata Internazionale che per il 2023 è dedicato a Musei, sostenibilità e benessere. Il tema vuole sottolineare il determinante contributo dei musei al benessere e allo sviluppo sostenibile delle nostre comunità. In quanto istituzioni autorevoli nel nostro tessuto sociale condiviso, essi rivestono una posizione unica per realizzare ricadute rilevanti, al fine di favorire cambiamenti positivi. I musei possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile agendo in una pluralità di direzioni, dalla lotta contro il cambiamento climatico, alla promozione dell’inclusività, dalla lotta contro l’isolamento sociale, al miglioramento della salute mentale. Tutti i Musei svolgono un ruolo importante nel modellare e realizzare futuri sostenibili attraverso programmi educativi, mostre, sensibilizzazione della comunità e ricerca.

Oltre alla apertura straordinaria del museo, diverse sono le iniziative pensate in occasione della Notte Europea dei Musei: tra esse anche le numerose attività laboratoriali di e per il festival Internazionale Kids a Reggio Emilia che a poche ore dall’apertura delle prenotazioni sono in esaurimento.

Videoproiezione “Earthphonia Planet” di Max Casacci

Dalle ore 21.00 sia all'esterno che all'interno di Palazzo dei Musei va in scena una riedizione della videoproiezione “Earthphonia Planet” di Max Casacci che tanti consensi ha registrato il 30 aprile, nella Chiesa di San Francesco, nell’ambito di Fotofonia, la sezione musicale di Fotografia Europea a cura di Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica.

La proposta di questa nuova versione con video di Marino Capitanio, visual art di RiccardoAkashaFrancoLoiri e musiche di Max Casacci vuole andare incontro anche all’interesse espresso dai tanti visitatori che non hanno potuto godere di questo racconto visionario. “Earthphonia Planet” è un’ esperienza sonora intensa e vibrante, realizzata senza strumenti musicali, attraverso campionamenti e trattamento digitale di rumori e di ambienti sonori naturali: gli uccelli e la biodiversità del Delta del Po, il suono delle radici di una foresta, le api nell’oscurità dell’alveare.
In “Earthphonia” il rapporto uomo-musica si ribalta e quello uomo-natura si avventura nella ricerca di un nuovo equilibrio.

«La musica – afferma Casacci - non è una scintilla che scaturisce dal nulla, è un riflesso di condizionamenti sociali, relazioni, conflitti, incroci, incontri, culture. E questa musica vuole rispondere anche alla sollecitazione delle voci dei più giovani, che si sono recentemente levate nelle piazze. Un attivismo che affronta il tema dell'emergenza climatica in una chiave pragmatica e diretta, La domanda qui è: siamo consapevoli dei rischi che il nostro pianeta sta correndo? La risposta non può aspettare, le scadenze sono imminenti. Anche per questo motivo ho già portato questa musica in strada, suonandola durante alcune recenti manifestazioni dei Fridays For Future e di Extinction Rebellion. Le chiavi di “Earthphonia”, che nasce dai suoni e dai rumori naturali trasformati in tessitura musicale, sono lo stupore e l’empatia nei confronti degli ecosistemi e di tutte meraviglie, spesso sconosciute, che nascondono.

Il nuovo progetto artistico di Max Casacci “Earthphonia” (Sugar Music/Universal Music Italia) è anche disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. Oltre alla versione digitale, è in formato fisico in allegato all’omonimo libro, comprendente il cd con otto brani.

Visite guidate

Oltre alla possibilità di visitare liberamente le affascinanti collezioni storiche del Palazzo dei Musei, create dalla fine del Settecento (Paletnologia, Archeologia, Zoologia, Etnografia, Botanica, Geologia), capaci di alimentare il Nuovo Museo ideato e realizzato da Italo Rota, alle ore 18 c’è l’opportunità di svolgere visita guidata gratuita alla mostra, curata da Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, dal titolo Appartenenza/Belonging che al terzo piano presenta le opere di Eleonora Agostini, Andrea Camiolo, Sofiya Chotyrbok, Davide Degano, Carlo Lombardi, Giulia Mangione, vincitrice del premio Luigi Ghirri 2023 ed Eleonora Paciullo. Diversi per stile e formazione, i sette artisti sono i protagonisti della decima edizione di Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Ghirri 2023, progetto di ricerca del Comune di Reggio Emilia, finalizzato alla promozione dei più talentuosi fotografi italiani under 35 e di nuovi linguaggi fotografici.

Alle ore 21.00 poi si potrà prendere parte alla visita guidata alla mostra "Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi", a cura di Ilaria Campioli,

L’esposizione propone un’ampia riflessione sull’elemento naturale mettendo in dialogo tre esperienze autonome che si svolgono all’incirca negli stessi anni e in cui fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all’interno del nostro orizzonte percettivo nel quale, spesso, occupa un ruolo secondario, di sfondo. Prenotazione obbligatoria su Eventbrite.
Nella prima sezione, dedicata all’opera di Luigi Ghirri, sono presentate 59 immagini, realizzate prevalentemente in parchi e giardini fra il 1984 e il 1988, luoghi in cui, secondo l’autore, è possibile rivivere e sperimentare un sentimento di appartenenza con la natura. Nella seconda sezione con una selezione di 81 fotografie provenienti da Giardini in Europa, mostra collettiva realizzata nel 1988 con la curatela di Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, sono presentati gli esiti delle ricerche condotte da tredici artisti internazionali in aree verdi in Italia e all’estero. Nella terza parte della mostra si racconta con la presentazione de L’Architettura degli Alberi di Cesare Leonardi e Franca Stagi, opera monumentale pubblicata nel 1982 per lo studio e la conoscenza della struttura degli alberi, l’enorme sforzo messo in campo dai due architetti per il riconoscimento delle caratteristiche proprie di ogni essenza e per il corretto inserimento degli alberi nei progetti di giardini e aree naturali.

Alle ore 22.00 seguirà invece la visita guidata gratuita alla mostra “Parliamo ancora di me. Zavattini tra parola e immagine", a cura di Alberto Ferraboschi e Alessandro Gazzotti.

L’esposizione, promossa dal Comune di Reggio Emilia, attingendo alla ricca collezione dei dipinti di Zavattini dei Musei Civici e al patrimonio documentario dell’Archivio Cesare Zavattini, conservato presso la Biblioteca Panizzi, presenta una selezione di quadri e materiali documentari - carte originali, dattiloscritte e manoscritte, annotazioni autografe, insieme a fotografie e libri - con l’intento di restituire la dimensione autoriflessiva nell’esperienza culturale e artistica di uno dei più singolari e poliedrici protagonisti del Novecento.

L’itinerario di mostra propone una selezione di materiali documentari originali relativi all’attività di letterato e di scrittore per il cinema, oltre a diversi carteggi con pittori e artisti tra cui Dubuffet, Campigli, Fontana, De Pisis, Buzzati, tratti dal prezioso e imponente epistolario di Zavattini. Inoltre sono esposti numerosi materiali che documentano l’attività espositiva di Zavattini, dalle prime mostre degli anni Cinquanta fino alle esposizioni più note degli anni Settanta. Al materiale selezionato dall’Archivio Zavattini conservato presso la Biblioteca Panizzi fa da contraltare una selezione di circa trenta dipinti provenienti dalla raccolta dei Musei Civici che si compone di 120 opere. Non solo autoritratti: Zavattini infatti proietta la propria individualità, tra memoria e immaginario, nella rappresentazione della sua Luzzara, dei suoi miti – il fiume – e delle sue ritualità: e così i funerali, le processioni ma anche i mangiatori di cocomeri e di gelati che alludono a forme di convivialità quotidiane.

Ad integrazione del percorso è esposta una selezione di immagini fotografiche tratte dalla serie Fiume Po del 1966 e conservate presso la Fototeca della Biblioteca Panizzi; un viaggio di cinque giorni che Cesare Zavattini e il fotografo William M. Zanca intraprendono dalla sorgente alla foce del Po.

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:50