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A tre anni dalla scomparsa, i Musei Civici di Reggio Emilia celebrano uno dei più importanti intellettuali e creativi reggiani con la mostra Giulio Bizzarri. Arte Divertissement Pubblicitá, a cura di Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi, che sarà inaugurata mercoledì 29 novembre, alle ore 18.00 a Palazzo dei Musei (ingresso libero).

La mostra è promossa dal Comune di Reggio EmiliaMusei civici con il contributo Art Bonus di IREN S.p.A e Fondazione Manodori. Vede inoltre il sostegno in qualità di sponsor di Coopservice e di Thedotcompany e la collaborazione di Archivio Storico Barilla - ParmaItalia.

Biografia

Nato a Reggio Emilia nel 1947, Bizzarri si è affermato come professionista nel campo della comunicazione. Formatosi negli ambienti intellettuali delle neoavanguardie, Bizzarri collabora con Rosanna Chiessi a fianco di Corrado Costa e degli artisti modenesi, tra cui Franco Guerzoni, con il quale stringe un sodalizio di amicizia e lavoro duraturo nel tempo.

In ambito pubblicitario è stato direttore creativo negli anni ’80 nel gruppo BBDO Italia, lavorando per grandi aziende italiane; alle attività strettamente pubblicitarie ha sempre alternato esperienze di progettazione di eventi culturali tra le quali celebri la rassegna “I Porci Comodi”, organizzata dal Comune di Reggio Emilia nel 1981, e la mostra, e le pubblicazioni allegate di Esplorazioni sulla via Emilia assieme a Luigi Ghirri.

Nel 1989 è cofondatore, assieme a Paolo Bettini e Gian Franco Gasparini, dell’Università del Progetto (UdP), ambiente progettuale teso a formare abilità orientate verso le professioni del design, della grafica e della comunicazione. Nel 1992 ha vinto l’oro dell’Art Director Club come miglior direttore creativo per una campagna di Aspirina della Bayer.

Dopo la sua scomparsa, un gruppo di intellettuali, amici e familiari che comprende Paolo Barbaro, Enrico Bizzarri, Franco Bonilauri, Michelina Borsari, Nino Castagnoli, Ermanno Cavazzoni, Franco Guerzoni, Mariapia Manghi ha promosso presso il Comune di Reggio Emilia la realizzazione di una mostra che ricostruisse la figura complessa e poliedrica di questo inesauribile creativo.

Ma chi è Giulio Bizzarri? La prima domanda, la più banale, è in questo caso la più complessa: è un artista, un grafico, un pubblicitario? Un curatore, nel senso più attuale del termine, un direttore artistico, un docente? Sicuramente è stato tutto questo. Poi un’altra domanda: dov’è Giulio Bizzarri? La sua firma, la sua intelligenza è spesso nascosta da una sua forma naturale di ritrosia, di non voler apparire come “autore”.

Eppure Bizzarri ha una sua identità culturale ben precisa, che questa mostra e il catalogo hanno cercato di ricostruire attraversando gli archivi che documentano la sua intera attività, quella pubblica e anche, in parte, quella più privata, strumento utilissimo per decifrarne la complessa poetica. Per fare questo si è reso necessario un codice che mettesse ordine alla variegata produzione di Bizzarri: la forma del dizionario. Se il catalogo, curato da Marta Sironi con Alessandro Gazzotti, edito da Corraini, e realizzato in collaborazione con ISIA Urbino, è la messa in ordine dalla A alla Z di gran parte del suo lavoro, la mostra ha selezionato alcuni di queste voci e le ha rimontate nello spazio per approfondire alcuni temi e metterli a confronto.

Si parte da lui stesso, dalla B di Giulio Bizzarri. Nasce in una Reggio immersa nella cultura d'avanguardia e sviluppa una poetica molto personale, in parte scaturita dalle sue frequentazioni, in parte da autodidatta, che lo porta a privilegiare con estrema libertà scelte di gusto e di affinità intellettuale senza condizionamenti disciplinari. È attratto dalle immagini, che compulsa dai suoi repertori, e che utilizza forzandone le potenzialità e i limiti, rifacendosi ai suoi numi tutelari: Duchamp e i surrealisti in primis.

Questo suo modo di vedere l’arte: uno strumento dai molteplici utilizzi che porta con sé e applica in tutti i campi della sua attività, anche da grafico e art director, con coerenza e capacità di invenzione. Nella P di pubblicità sono raccolte molte delle sue campagne di comunicazione sia su prodotti commerciali che manifestazioni culturali.

I sodalizi con Corrado Costa poi con Franco Guerzoni, Luigi Ghirri, Ermanno Cavazzoni per citare i rapporti più longevi amplificano la sua capacità di cogliere nelle manifestazioni culturali opportunità di sviluppo che ancora oggi ci stupiscono. La E di eventi raccoglie le rassegne che Bizzarri contribuisce a ideare cambiando lo sguardo sul nostro territorio e inserendolo in una riflessione che ha fondato non solo un’estetica, ma in qualche modo anche un’antropologia.

Si chiude poi con l’esperienza dell’Università del Progetto, che in qualche modo è la sintesi di tutto il suo lavoro trasposta nell’insegnamento.

Tutto ciò a partire dal suo studio, che non lascia praticamente mai e che è il laboratorio del suo pensiero. Come lo scrittore Xavier de Maistre, Bizzarri compie un “viaggio intorno alla sua camera” ricostruendo, ritagliando, strappando e smontando nuovi modi di guardare e di ascoltare il mondo.

Hanno detto

La mostra è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Palazzo dei Musei a Reggio Emilia da Annalisa Rabitti, assessora alla cultura e al marketing territoriale del Comune di Reggio Emilia, Valentina Galloni, direttrice dei Musei Civici, Leonello Guidetti, presidente di Fondazione Manodori, Roberto Pagliari per Archivio Storico Barilla, Enrico Bizzarri in rappresentanza della famiglia, a cui si aggiunge il messaggio pervenuto da Pietro Pazzaglini, amministratore delegato di Thedotcompany.

A seguire si è svolta la visita guidata del co-curatore Alessandro Gazzotti e di Marta Sironi curatrice del volume che accompagna la mostra.

“Sono molto contenta - ha affermato Annalisa Rabitti, assessora alla cultura e al marketing territoriale - di presentare la mostra dedicata a Giulio Bizzarri perché ha richiesto grande impegno e lavoro e sono soddisfatta che avvenga qui ai Musei Civici: non c’è posto migliore perché i musei sono la casa dei reggiani. Ricordo gli anni in cui era aperta l’Università del Progetto fondata proprio da Bizzarri con Paolo Bettini e Gian Franco Gasparini come un momento di grande fermento artistico e culturale per Reggio Emilia. La nostra città era in quel periodo un po' la capitale della comunicazione. Vorrei ricordare anche il progetto di welfare culturale collaterale alla mostra dal titolo “Incontri! Arte e Persone”, attività di di Reggio Emilia Città Senza Barriere che, insieme ai Musei Civici di Reggio Emilia, lavora sull’incontro tra creatività e fragilità come opportunità di inclusione sociale. È un “laboratorio in mostra” che vede impegnati un gruppo di sette persone che partecipano al progetto STRADE e una atelierista che affiancheranno Pamcoc (Pamela Cocconi) artista, illustratrice, graphic designer reggiana, che da tempo ha valicato i nostri confini, in un percorso di conoscenza, formazione, produzione, allestimento ed esposizione”.
“Tutti a Reggio Emilia - ha dichiarato Valentina Galloni, direttrice dei Musei Civici - conoscono Giulio Bizzarri e molti hanno avuto l’occasione di lavorare con lui. La sua vita è intimamente legata a Reggio Emilia, ma le sue idee hanno contaminato città vicine e si sono espanse attraverso i canali della pubblicità, della comunicazione, dell’editoria e nel ricordo di chi ha vissuto alcuni momenti davvero memorabili del nostro recente passato. Raccogliere la proposta di chi l’ha affiancato nella vita professionale e nella produzione creativa di dedicargli una mostra ci è sembrata da subito una sfida che i Musei Civici di Reggio Emilia dovevano accettare.
Un archivio di materiali così ponderoso non poteva essere compresso, ma andava valorizzato nella sua complessità. Per questo sono stati coinvolti, oltre allo staff dei musei civici e ad altri funzionari del Comune, professionisti provenienti dai più diversi ambiti creativi e professionali in grado di dare ampia voce e supporto al progetto. Fondamentale in tal senso l’apporto di ISIA Urbino. Fin dall’inizio è stato chiaro a tutti gli attori di questo grande sforzo collettivo che l’intenzione primaria è di rendere vivo e presente il lavoro di Bizzarri, in modo che possa parlare ai visitatori della mostra e ai lettori del catalogo chiarendone l’attualità e l’importanza”.
“La Fondazione Manodori - ha detto Leonello Guidetti, presidente di Fondazione Manodori - è ben lieta di collaborare ad una iniziativa culturalmente tanto importante. Come Fondazione, sentiamo la necessità di favorire la cultura nel territorio. Negli anni passati abbiamo contribuito a realizzare notevoli iniziative a scopo culturale come eventi ad esempio con Piovani e strenne. È con grande piacere che rinnovo l’interesse della Fondazione per queste attività e comunico che, per il 2024, prevediamo un incremento di budget utile per finanziare la cultura in città”.
“Barilla - precisa Roberto Pagliari per Archivio Storico Barilla - ha sempre dato il suo contributo alle iniziative di Giulio Bizzarri. Quando, infatti, Bizzarri contattò Guido Barilla per proporgli una collaborazione con l’Università del Progetto, l’ azienda fu ben lieta di aderire all’invito. E, nel corso degli anni, anche le idee che non sono state portate a termine sono rimaste nella cultura del marketing Barilla”.

Enrico Bizzarri in rappresentanza della famiglia ha espresso piena soddisfazione per la mostra ed il catalogo, evidenziato il contributo fondamentale dei ricercatori di ISIA, oltre che dei diversi collaboratori e dei gruppi di ricerca.

Ha voluto infine far pervenire un breve intervento anche Pietro Pazzaglini, amministratore delegato di Thedotcompany, sponsor della mostra: "Siamo molto felici di poter sostenere concretamente questo importante appuntamento artistico e culturale, perché ci consente di continuare a essere vicini alla città in cui abbiamo sede e operiamo, e in tal senso, non a caso, da diversi anni sosteniamo convintamente anche le attività della biblioteca municipale Panizzi. Un impegno che vuole essere un ponte, un dialogo tra generazioni, tra il passato e il futuro, dal momento che iniziative come quella che oggi siamo qui a presentare costituiscono un connubio e un presidio di ideali e di valori da preservare in un mondo sempre più complicato."

La mostra

Organizzata in sezioni, la mostra rimonta alcune voci dell’organizzazione enciclopedica del catalogo per evidenziare le emergenze più significative dalle sua produzione cercando di ricostruire il metodo di Bizzarri che, attraverso l’ars combinatoria e lo scarto surrealista, favorisse una visione sempre rinnovata, e pertanto mai scontata, della realtà. Un processo che lo ha portato a considerare la direzione artistica il mestiere cucito su misura, sempre inteso in termini di ricerca, nella pubblicità e nella comunicazione in ambito culturale cosi come nella didattica. Il materiale esposto proviene, oltre che dall’archivio degli eredi, da collezioni pubbliche e private.

Per tutte le info: Palazzo dei Musei

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:51