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Sono state approvate stasera dal Consiglio comunale alcune modifiche e integrazioni al Regolamento sulla Democrazia e la giustizia urbana e climatica a Reggio Emilia, il testo unico sui valori e sulle modalità attraverso i quali garantire la partecipazione e la collaborazione tra Comune e comunità territoriali nella definizione e gestione delle politiche pubbliche.

La votazione, unanime, ha avuto l’esito seguente: 18 favorevoli (Pd, Più Europa, Europa Verde, Reggio E').


Le modifiche – nate dagli spunti e dalla pratica “sul campo” - riguardano in particolare l’aggiunta del Titolo V del Regolamento, dedicato alla collaborazione delle comunità e dei territori nella fase di co-progettazione, ovvero di attuazione concreta degli interventi.

Si tratta, in primo luogo, di un aggiornamento normativo del precedente Regolamento dei Laboratori di cittadinanza, resosi necessario in virtù del nuovo Codice dei Contratti pubblici, ma anche di altre disposizioni di leggi sia nazionali che europee.

La nuova regolazione della co-progettazione, in questo testo, contiene però importanti novità anche in termini di obiettivi e strumenti.

Il regolamento

Il Regolamento sulla Democrazia e la giustizia urbana e climatica a Reggio Emilia – approvato dal Consiglio comunale nel 2022 – riunisce in un unico testo tutti i precedenti regolamenti che nel corso degli ultimi decenni hanno di volta in volta attualizzato le modalità di partecipazione e collaborazione civica. Prima di tutto gli strumenti di partecipazione istituzionali nati nel 2018 come frutto del lavoro svolto dal Comune sui temi della democrazia deliberativa: gli istituti e i diritti di partecipazione, le petizioni e le proposte, il Consiglio comunale aperto e le delibere di iniziativa popolare, fino al referendum e al dibattito pubblico per le grandi opere. Nel testo unico sono contenute anche le parti di nuova ispirazione, frutto delle più recenti sperimentazioni di democrazia collaborativa, come le Consulte d’ambito: organismi formati da cittadini e abitanti, auto-candidati ed eletti a suffragio universale per rappresentare gli interessi dei loro territori e le associazioni, le scuole, i gruppi di controllo di comunità ed altre aggregazioni formali, uniti insieme per collaborare con il Comune nella fase di co-programmazione delle politiche. Attraverso i Patti d’Ambito, allegati per la prima volta al bilancio previsionale 2024-2026 e recepiti nel Documento unico di programmazione (DUP), i cittadini dei quartieri e delle frazioni di Reggio Emilia hanno potuto raccogliere le loro esigenze e richieste e sottoporle al Comune per la loro integrazione nelle politiche pubbliche comunali e conseguente attuazione.

Gli aggiornamenti

Una prima modifica riguarda la modifica dei precedenti “Accordi di cittadinanza”, che nel nuovo Regolamento assumono la veste contrattuale di Partenariati i quali, a parte il requisito della forma scritta, possono assumere forme giuridiche diverse poiché diverse sono le casistiche contemplate dalle leggi in vigore. Questa flessibilità consente dunque di adattare il partenariato allo scopo per cui viene formalizzato, nonché all’ambito in cui intende agire: il clima o i beni culturali, i progetti di rigenerazione urbana o le recenti comunità energetiche, i contratti di clima e i contratti d’impatto. Nel Titolo V del Regolamento sono definiti quindi tutte le fattispecie giuridiche che sarà possibile adottare per dare corso agli interventi.

Indipendentemente dall’oggetto, i partenariati previsti dal Regolamento di Reggio intendono mantenere la cifra della multi-attorialità, cioè la compresenza di Comune e soggetti di natura e funzioni diverse nella definizione dell’interesse comune e delle reciproche responsabilità da assumersi in vista del raggiungimento del medesimo. Nello specifico, all’art. 70 il Regolamento recita: ‘Il Partenariato per lo Sviluppo Sostenibile e l’Innovazione (PSSI) è un partenariato multiattoriale basato sulla condivisione di obiettivi, azioni, risorse, soluzioni sperimentali e strumenti di impatto da parte di attori urbani appartenenti a diverse categorie socio-economiche, come istituzioni della ricerca, della scienza, della cultura e della conoscenza, imprese responsabili, sociali, benefit e assimilabili, associazioni ed enti del Terzo Settore, abitanti sia come singoli che in formazioni o gruppi sociali anche informali, pubbliche amministrazioni e altri enti pubblici che decidono di agire in modo non autoritativo ex art. 1, comma 1-bis, l. 241/1990’ . In questo modo il Comune mantiene ed espande la cifra della collaborazione fra i soggetti di una comunità, già fatta propria nella precedente versione e praticata concretamente nelle centinaia di Accordi sottoscritti dal 2014 ad oggi, come formula per vincere le grandi sfide della società e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità integrale che possono dare vita a città giuste, responsabili, solidali. La collaborazione tra attori responsabili per il presente e per il futuro delle future generazioni è quindi indirizzata, nei Partenariati, verso obiettivi precisi, da percorre anche attraverso sperimentazioni e innovazioni. Il principio di base è la fiducia che sta alla base della collaborazione e una responsabilità distribuita, decentralizzata e diffusa verso il bene comune e/o i beni comuni.
L’altra importante novità del nuovo Titolo V del Regolamento è l’individuazione di uno strumento di misurazione degli impatti prodotti dai partenariati, il nuovo Bilancio di Comunità, ossia ‘lo strumento per il monitoraggio, la misurazione e la valutazione degli impatti prodotti da ciascun Partenariato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione. Esso è quindi garanzia della correttezza delle azioni di tutti gli attori coinvolti nel PSSI, svolte in rapporto agli obiettivi di innovazione sostenibile ed è strumento di rendicontazione e trasparenza di come la collaborazione generata nel partenariato abbia prodotto impatti positivi per le comunità e l’interesse generale’ (art.80).

Il Bilancio di Comunità misurerà quindi non solo i costi sostenuti, le azioni prodotte e le risorse impiegate, come nelle modalità più consuete di misurazione del valore nei contratti tra la pubblica amministrazione e i soggetti del mercato e della società civile, ma soprattutto gli impatti, ossia i cambiamenti generati dall’azione collaborativa per migliorare lo stato di partenza e quindi l'effettiva produzione di risultati e valore pubblico e sociale.

Si tratta di un cambio di passo non solo tecnico perché indica a tutta la città non solo che la strada della collaborazione è una possibilità per valorizzare il ruolo di tutti i soggetti, dal cittadino singolo ai gruppi e alle organizzazioni sociali formali e informali, dalle imprese alle università e ai centri culturali, nella identificazione e gestione dell’interesse comune, ma anche che la direzione da percorrere è quella verso la generazione di cambiamenti sostenibili e positivi per le persone e per il territorio, per i cittadini e abitanti di oggi e quelli di domani, anche in considerazione delle responsabilità verso e dell’interesse delle future generazioni.

Il Regolamento sulla democrazia e la giustizia urbana e climatica a Reggio Emilia è frutto del lavoro svolto in sinergia e collaborazione tra il Comune di Reggio Emilia, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Luiss Guido Carli, LabGov ETS - Laboratorio per la governance dei beni comuni e il City Science Office di Reggio Emilia (partenariato scientifico di ricerca e innovazione nato anch’esso dalla collaborazione tra Comune e Luiss Guido Carli che ha condotto all’attivazione dei primi due dottorati comunali), anche nell’ambito del progetto europeo Horizon 2020 EUARENAS.EU-Cities as Arenas of Political Innovation in the Strengthening of Deliberative and Participatory Democracy (grant agreement No 959420).

Il Regolamento valorizza, inoltre, un rapporto tra amministrazione pubblica e istituzioni della conoscenza che va stringendosi anche su altri fronti e dal 2022 si è consolidato con l'istituzione del City Science Office (CSO), un ufficio per la ricerca applicata alla pubblica amministrazione dove i ricercatori lavorano fianco a fianco con assessori, dirigenti e funzionari per la progettazione di politiche innovative e facilitano la collaborazione con attori sociali, economici, civici, scientifici di Reggio Emilia, italiani ed europei.

Alla base di questa innovazione, vi è la consapevolezza che le grandi sfide sociali, ambientali, energetiche del presente richiedono un approccio scientifico accanto a quello amministrativo e politico, e richiedono inoltre l'apporto di tutti gli attori della città: per questa ragione il City Science Office è stato collocato all’interno del Laboratorio Aperto ai Chiostri di San Pietro, favorendo in tal modo anche l'integrazione con cittadini, enti privati e Terzo settore.

Si tratta di un dispositivo dalle grandi prospettive (inserito nell’ambito della City Science Initiative, guidata dal CSO di Amsterdam, e che ha ricevuto il patrocinio della UE) in termini di impatto che è in grado di produrre sulle politiche pubbliche, ma soprattutto in grado di affiancare l'amministrazione comunale nella valutazione delle esigenze della città – unitamente al lavoro svolto dalle Consulte d'Ambito – e degli impatti prodotti nel tentativo di garantire il rispetto o l’attuazione delle politiche UE sulla giustizia climatica, tecnologica ed energetica.

Ultimo aggiornamento: 28-03-2024, 14:01

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