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Bologna – “Io voglio morire, non dormo più, non riesco più neanche ad andare dalla parrucchiera perché mi viene in mente la testa massacrata di mia sorella. Mia mamma invece soffre di una malattia degenerativa ed è ricoverata in una struttura. Dopo che l’Ale è morta, chiedeva sempre: ‘Dov’è Alessandra? Perché non viene più a trovarmi?’ Le abbiamo dovuto dire che è morta in un incidente stradale, sotto un albero. Ma lei non si dà pace e dice: ‘Ci dovrà pur essere una responsabilità anche per quell’albero?’”.

A parlare così è Stefania, sorella di Alessandra Matteuzzi, uccisa a Bologna dall’ex fidanzato la sera del 23 agosto 2022. Racconta cosa è accaduto prima e dopo il femminicidio di Alessandra nella prima puntata di ‘A fari spenti’, il nuovo podcast realizzato dall’Agenzia di Informazione e comunicazione della Regione, con lo scrittore e presidente della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati, Carlo Lucarelli, e le musiche di Godblesscomputers.

https://regioneer.it/podcastAfarispenti

Il podcast, cinque puntate in tutto, sono dedicate ad altrettanti fatti di cronaca avvenuti in Regione o che hanno coinvolto cittadini emiliano-romagnoli. Vicende dolorose, alcune purtroppo già note che qui vengono raccontate in modo diverso, a partire dal giorno dopo la tragedia, una volta spenti i riflettori della cronaca.
‘A fari spenti’ parla delle donne, degli uomini e dei bambini sopravvissuti a quei reati, delle loro vite cambiate, e della forza di andare avanti, anche grazie al contributo della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, che da vent’anni stanzia risorse per aiutare le vittime a rialzarsi, costruendo insieme progetti di vita nuovi.

"In questo podcast non raccontiamo solo i crimini, di podcast così ce ne sono tanti- sottolinea Carlo Lucarelli-. Qui parliamo di qualcosa che non si dice quasi mai sui giornali e in tv. Come vivono due genitori dopo che la figlia è stata uccisa dal marito e adesso devono farsi carico dei nipoti con solo una pensione? Oltre al dolore, avete idea delle spese devastanti che queste famiglie devono sostenere? Stefania Matteuzzi, adesso che sua sorella non c’è più, si deve fare carico del processo e delle rette della struttura dove è ricoverata la madre, quando prima ci pensavano in due perché c’era anche la sorella. E adesso che Alessandra è morta? Provate a pensarci. Io penso che non sia giusto. E mi pongo una questione che andrebbe resa oggetto di discussione. Ecco, in questo podcast raccontiamo cosa fa la Fondazione da vent’anni. Ci avviciniamo a chi soffre e non va lasciato solo, stanziando risorse per aiutare queste persone a sostenere spese che servono a pagare un funerale, le rette dell’affitto, ritinteggiare le pareti della casa devastate dall’aggressione, eccetera. E la maggior parte delle vittime, purtroppo, sono le donne e i bambini. Questa escalation di violenza degli uomini contro le donne è un problema sociale e culturale enorme, che va affrontato seriamente, definitivamente, unendo le forze di tutti. Basta slogan, sconti, edulcorazioni, serve di più".
“Ringrazio Carlo Lucarelli, che dal 2017 presiede e lavora, a titolo gratuito, per la Fondazione- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Quello che lui, la direttrice Elena Zaccherini, tutte le donne e gli uomini di questo ente, fanno è straordinario. Il lavoro della Fondazione, unica realtà del genere in Italia, è un anello prezioso della rete di aiuti nella nostra regione. In questi anni ci ha permesso di sostenere concretamente mille persone, con l’erogazione di 4 milioni di euro, in particolare familiari e parenti di 49 casi di femminicidio, con oltre mezzo milione di euro. Ma anche di intervenire per aiutare numerose donne a ripartire dopo la violenza, a recuperare la propria autonomia, a vivere una nuova vita”.

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Ultimo aggiornamento: 29-02-2024, 12:50